Anche i robot hanno un cuore
Robots. From motion to emotion?
Museo del Design, Zurigo
.: quando:
dal 24 giugno al 4 ottobre 2009
"Robot: termine di origine ceca (ròbot), che significa 'lavoro pesante' e indica una qualsiasi macchina di forma antropomorfa che svolge un compito al posto dell'uomo.". Questa è la definizione più asettica del robot: ma dietro si nascondono mille implicazioni.
La parola "robot" venne usata per la prima volta dallo scrittore ceco Karel Čapek, ma il concetto di "persone artificiali" è un archetipo antichissimo, che affonda le radici nella mitologia, con Cadmo che uccide un drago, ne seppellisce i denti nella terra e fa così nascere dei soldati, o Efesto, che crea degli schiavi meccanici.
Ma l'immaginario collettivo odierno ha subito soprattutto l'imprinting del cinema: come dimenticare la stupefacente immagine del robot di "Metropolis", il capolavoro di Fritz Lang? E l'elenco si allunga con "Blade Runner", "Terminator", "Guerre Stellari".
Ma cosa sono i robot? È quello che cerca di scoprire la mostra "Robots. From motion to emotion?" aperta fino al 4 ottobre 2009 presso il Museo del Design di Zurigo.
"I robot sono ovunque": è la prima frase del comunicato stampa, e se si pensa alla pervasività di queste figure (personaggi, tematiche, miti o creature, come li vogliamo considerare), non si può che essere d'accordo.
Sembra difficile separare la nostra conoscenza e le nostre idee da quello che ci è sempre stato trasmesso dalla fantascienza, a partire da Isaac Asimov, che definì addirittura le leggi della robotica.
Sono esposti circa 200 esemplari, molti dei quali interattivi (e mostrati in funzionamento), provenienti dai campi più disparati: robot casalinghi, industriali, militari e giocattoli. Sì, i robot sono ovunque, e se si pensa ai robot dal punto di vista affettivo, naturalmente l'indagine si fa più affascinante e densa di problematiche: perché sono accettati o rifiutati? Quali relazione si instaura con gli esseri umani?
Ma soprattutto: se si considerano questi esseri nel senso di androidi, creature che replicano l'uomo, e che hanno un "serbatoio" di intelligenza artificiale, è naturale chiedersi se potrebbero delinearsi come creature indipendenti e suscettibili di sviluppo autonomo, anche dal punto di vista dei sentimenti, come si vede nel toccante film "A.I.-Intelligenza Artificiale" diretto da Spielberg.
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