pubblicato sabato 3 ottobre 2009
"In piedi, senza mai cedere alla perdita di dignità e lucidità che la malattia porta a molti", scrive il suo quotidiano nel ricordarlo. Capace di uscire stremato dai trattamenti ospedalieri "e il giorno dopo occuparsi di un titolo, di una telefonata a un collaboratore e perfino - glielo abbiamo sentito fare tante volte - organizzare una trasferta per una mostra: a Venezia piuttosto che a Valencia, a Napoli o magari a Londra. E senza mai mancare alla riunione del mattino di Repubblica, che per lui era un rito".
[exibart]
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